TransumArti- Arts en Transhumance

TransumArti- Arts en Transhumance
TransumArti - les Arts en Transhumance, è l'eco-luogo per la formazione dove le arti transumano in primavera ed estate. Questo blog segue le tappe dall'idea alla realizzazione.

Permacultura

Appunti dalla lettura di "Manuel d'apprentissage pas à pas de la permaculture" de R. Morrow

Le tappe:

1- Osservare: inventario di ciò che c'è (senza giudizio di valore)

2- Analizzare: studiare nel dettaglio le risorse disponibili, i punti deboli e i punti di forza

3- Concepire: passo dopo passo, disegnare il proprio progetto per il raggiungimento degli obiettivi permaculturali

4- Realizzare: passare dalla teoria alla pratica

5- Valutare e rivalutare: registrare regolarmente le proprie osservazioni su un diario.

Approcciarsi ai principi sotto forma di domanda:

- ho pensato alle soluzioni per assicurare la risorsa di acqua? Di energia? Di biodiversità?
- sto lavorando CON la natura?
- ho iniziato in piccola scala? Ha funzionato?
- ho iniziato dall'acqua e dall'energia?

*Non produrre rifiuti permette di andare verso un ecosistema a circolo chiuso.
*Rispettare ogni forma di vita permette di vedere la diversità naturale e culturale come un beneficio.
*Capire che il problema può indicare o contenere la soluzione: osservando la situazione problematica si possono distinguere le cause e le conseguenze. Da questa comprensione emergono soluzioni di riparazione. Il problema può diventare lui stesso la soluzione: un rifiuto diventa una risorsa.
*Ridurre il proprio impatto ecologico permette di accettare di essere responsabile della vita, di semplificarla, di diventare più autonomo e allo stesso tempo di partecipare alla salvaguardia delle risorse.

Compiti a casa (interpretati e selezionati a modo mio)
A. Semplificare (cosa potrei cambiare nella mia vita in modo da poter essere più autonomo, in che modo potrei partecipare alla salvaguardia delle risorse?)

B. Quali dei principi enumerati nel libro mi creano problemi? Che tipo di sfida, difficoltà mi propongono?

C. Fare una lista delle specie animali e vegetali presenti. Quali conosco, quali no. Riporsi questa domanda regolarmente per confrontarsi con le nuove conoscenze acquisite via via e le possibilità di accrescere la biodiversità.

D. Qual è il mio paesaggio permaculturale ideale?

E. Stilare una lista delle associazioni che operano a livello locale in una dimensione che sembra sposare la propria.

Dove si va, con chi e perché?
- quali sono i bisogni di ognuno? Siamo davvero consapevoli dei nostri bisogni o stiamo seguendo l'ideale di qualcun altro (sogno dei genitori, del partner, ideologia di un gruppo, etc)?

"Investite del tempo, attraverso l'una o l'altra tecnica di sviluppo personale, per trovare, ritrovare, costruire a poco a poco, un vostro filo conduttore interno e deprogrammare il rapporto conflittuale con il mondo che ci è stato inculcato".

"Ogni situazione vissuta negativamente deve diventare una possibilità d'evoluzione, un trampolino".

Proposta di lettura: "Synergie dans les Rapports Humains" di Franck Nathié (association la Forêt Nourricière www.foretscomestibles.com). Libro scritto per dare dei punti di riferimento a coloro che desiderano creare un mondo di abbondanza senza che ciò si trasformi in un incubo...

- Come ci comportiamo con le piante, il suolo, l'acqua... I paesi vicini, gli altri paesi? Abbiamo un rapporto conflittuale con la natura? Il nostre modello di vita è causa di distruzione (e quindi di futuri conflitti) nei confronti di altri popoli del mondo?

In che direzione spendere le proprie energie?
Quali sono i motivi profondi (il motore) che mi portano a fare questa scelta di vita? Essere contro un mondo che ci disgusta non coincide col voler costruire un mondo migliore.
Il fallimento di molte comunità sono spesso imputabili a questa diversa prospettiva.
L'una distruttrice, l'altra creatrice. La prima concentrata su quello che non si vuole, l'altra su quello che si vuole (cfr. con il colibrì di Pierre Rabhi).

Un giorno, dice la leggenda, ci fu un enorme incendio nella foresta. 
Tutti gli animali erano terrorizzati e osservavano inermi il disastro. 
Solo il piccolo colibrì era occupato
 e andava a prendere nel fiume delle gocce d'acqua col proprio becco
 per gettarle sul fuoco.
 Dopo un po', l'armadillo, infastidito dalla sua agitazione
 lo derise:
 “Colibrì! Ma che fai, sei pazzo? 
Non è con queste gocce d'acqua che riuscirai a spegnere il fuoco!"
 E il colibrì gli rispose:
 “Lo so, ma io faccio la mia parte."

Lasciare l'altro libero di fare il proprio percorso, di consapevolizzarsi, di cambiare al proprio ritmo affinché il cambiamento avvenga nell'altro dal profondo e in modo coerente con la sua persona e le sue aspirazioni.

"La permacultura è innanzitutto una rivoluzione culturale all'interno di se stessi".

Compiti a casa
A. Fare una lista dei propri obiettivi e verificare se sono fantasticherie (che appartengono a noi o a qualcun altro) o slanci davvero legati alla nostra vita.

B. Anche se in questo stadio non conosciamo abbastanza il nostro sito, provare ad esprimere  le proprie aspettative in termini di superficie, autonomia, prospettive di evoluzione, bisogni finanziari per rispondervi. Indebitarsi dall'inizio rende difficili gli slanci creativi, obbligandosi a concentrarsi sulle questioni puramente economiche, trasformando la vita in una corsa contro il tempo. "Cominciare in piccolo" è certamente un buon principio di base.

C. A prima vista, ci sono già aspetti che vi fanno pensare a realizzazioni diverse da quelle alle quali pensavate?

Domande da farsi oggi
Da dove soffiano i venti? Dove sono le zone d'ombra e come reagisce la vegetazione alle zone più o meno esposte?
Stampare i piani del terreno.
Munirsi di un pluviometro e di un termometro minime-massime per seguire i dati riguardanti il microclima nel terreno.
Informarsi sulla gestione comunale e regionale delle acque (legislazione sulla possibilità di creare uno stagno?).
Chiarire quale destinazione d'uso è attualmente consentita per il terreno. Limiti architettonici (altezza casa, se ci sono particolari tegole imposte, etc.).

Strategie per riparare e riabilitare i suoli

Riabilitare i suoli degradati è possibile, applicando buone pratiche, pazienza e perseveranza.

Creare terrazzamenti sulle pendenze
E' preferibile proteggere le terre sabbiose, anche leggermente in pendenza, e tutte le altre situate in pendenze ripide, attraverso terrazze create sulle curve di livello. Possono essere costruite di pietra, legno o tenute da graminacee come la vetreria. Serviranno a trattenere il suolo quando c'è forte pioggia o forte vento e durante i lavori agricoli.

Coprire il suolo
In natura, le foglie cadono e si depositano sul suolo per creare una lettiera protettiva. Le graminacee e altre piante coprenti mettono radici su questa lettiera e trattengono il suolo sottostante, realizzando allo stesso tempo una pacciamatura viva. Anche alcuni arbusti dai rami molto bassi proteggono il suolo.

Reidratare i terreni
I terreni filtrano e trattengono l'acqua, mantenendo un'acqua sana e permettendo alla vita del suolo di prosperare. La prima tappa nella riabilitazione di un terreno è di deidratarlo. I "bacini" (? baissières in francese) sono una delle numerose tecniche usate per rallentare il flusso delle acque in superficie e permetter loro di infiltrarsi ed essere stoccata nel suolo.

Impedire l'erosione del suolo
La cima delle colline e le loro pendenze perdono naturalmente terra a causa dell'erosione idrica. Questa terra si ritrova a valle, formando strati profondi e ricchi ma lasciando un suolo secco e sottile sulla cresta. Le tecniche per trattenere l'acqua nelle pendenze, trattengono anche il terreno. Il rimboschimento delle creste  è una soluzione per proteggere il suolo dall'impatto delle piogge ed aiutare le piogge ad infiltrarsi nel terreno tramite le radici degli alberi.

Per evitare il fenomeno dell'erosione a cui sono soggette anche le terre a valle, la riabilitazione dei corsi d'acqua piantando una vegetazione densa sugli argini è una soluzione.

Migliorare la qualità del suolo
La migliore soluzion
e per migliorare lo stato del suolo è l'apporto di materia organica.

NUTRIRE IL SUOLO
E' certamente possibile ottenere rese elevate senza il distruttivo lavoro della terra e senza utilizzare fertilizzanti chimici o biocidi. Il segreto sta nell'applicazione ripetuta di grandi quantità di materia organica.

Con una buona pianificazione del vostro sito permaculturale, indipendentemente dal fatto che possediate un'azienda agricola o un orto, sarete in grado di procurarvi tutta la biomassa necessaria alla vostra pacciamatura o al vostro compost, senza aver mai bisogno di procurarvi altrove fertilizzanti.

Dovrete in parallelo aver cura di usare tutti i nutrimenti disponibili senza creare eccessi, rifiuti o inquinamento. Per far ciò, coltiverete un ampio ventaglio di specie vegetali per avere a disposizione numerose forme di nutrimento e eviterete il sovraccarico animale sulle vostre parcelle.
Imparerete ad applicare i fertilizzanti naturali al momento opportuno, ossia quando le piante e la vita del suolo avranno la più grande capacità di consumarli completamente.

Vediamo ora qualche metodo per nutrire il suolo naturalmente.

I fertilizzanti verdi
Si tratta di piante coltivate appositamente per produrre materia organica di alta qualità che nutrirà e migliorerà la struttura dei suoli affaticati o dei frutteti.
In pratica, sono falciate ancora verdi, prima di arrivare allo stadio di fioritura e al più tardi prima del comparire dei loro semi. In questo modo, queste erbe ricrescono e possiamo procedere a due o tre falciature nell'arco dell'annata di coltura, per ottenere materia fresca. Questa è ogni volta incorporata ai primi centimetri del suolo, dove i microorganismi la digeriranno in presenza di ossigeno.

D'inverno si possono piantare segale, grano, orzo, lupino, favette, ecc. ; a fine primavera o in estate (nelle regioni piovose), erba medica, lupinella, grano saraceno, ecc.

Le leguminose
Questa famiglia di piante a cui appartengono l'erba medica e il grano saraceno raggruppa tutte quelle capaci di creare una simbiosi con i batteri che captano l'azoto atmosferico che circola nelle porosità del suolo. Questo azoto è poi trasmesso alle piante sotto una forma assimilabile (azoto organico). In cambio, il batterio riceve energia fornita dalla pianta e l'eccesso di azoto è rilasciato intorno alla rizosfera (zona occupata dalle radici).
Questi batteri non sono per sempre presenti nei nostri terreni. Per accertarvi della loro presenza, dovete veder comparire dei noduli (palline spesso bianche) sulle radici, i quali contengono un succo rosa che fuoriesce schiacciandoli.

Fanno parte delle leguminose : fagioli, fave, ecc. e alberi come l'acacia, il glicine, il laburno, l'olmo, (gliricidia, Cassia), la Leucaena (falsa mimosa). Includono anche le specie annuali dei campi: la veccia (pisello odoroso), ecc.; e le piante perenni: trifoglio, lupinella, erba medica, ett.

Queste piante contengono il 25% in più d'azoto delle altre piante. Sono piante pioniere e nutrienti che preparano il suolo per la successione delle altre specie.
E' quindi utile introdurle a rotazione nel vostro orto e nelle zone II e IV della vostra pianificazione.

Le culture di copertura
Hanno la stessa funzione delle culture di fertilizzazione verde, ma lo fanno in modo diverso: non sono falciate, in modo da permettere una protezione sotto le loro foglie che conservano un po' di umidità. Hanno inoltre la capacità di fendere il suolo compatto per permettere il ritorno dell'aria e dell'acqua.
Si trava spesso l'uso di piante annuali come la zucca e le patate.

La pacciamatura organica

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Appunti dalla lettura di "La rivoluzione di un filo di paglia" di Masanobu FUKUOKA

"Quando cambiamo il modo di coltivare il nostro cibo, cambiamo il nostro cibo, cambiamo la società, cambiamo i nostri valori" (Wendell Berry, prefazione)

"Quando si arriva a capire che stiamo perdendo gioia e felicità nello sforzo di possederli, l'essenziale dell'agricoltura selvaggia è stato fatto" (Masanobu Fukuoka)

"L'agricoltura selvaggia non necessita né di macchine, né di prodotti chimici, e di molto poco diserbo. M. Fukuoka non lavora la terra e non utilizza compost preparato [...]. 
Il suo metodo agricolo richiede meno lavoro di qualsiasi altro metodo. Non crea inquinamento e non ha bisogno di energia fossile... [...]. 
Far crescere raccolte agricole è un cambiamento che richiede conoscenza e uno sforzo costante. La distinzione fondamentale è che M. Fukuoka coltiva cooperando con la natura invece di provare a "migliorarla" attraverso la conquista.
I tre metodi (selvaggio o naturale, tradizionale, chimico) producono delle raccolte simili dal punto di vista quantitativo, ma differiscono enormemente nel loro effetto sulla terra. Nei campi di M. Fukuoka il suolo migliora ogni stagione. Negli ultimi 25 anni, cioè da quando ha smesso di arare, i suoi campi hanno migliorato in fertilità, struttura e capacità di ritenzione dell'acqua. Con il metodo tradizionale, la condizione del suolo resta bene o male sempre la stessa. Il contadino ottiene una resa direttamente proporzionale alla quantità di concime e di letame utilizzato. Nei campi dell'agricoltore con metodo chimico, si verifica una perdita nella vita del suolo e deperimento della fertilità originaria in poco tempo.
Poter coltivare riso senza inondare il campo durante tutto il periodo di crescita è uno dei più grandi vantaggi del metodo Fukuoka. Poche persone hanno pensato che potesse essere possibile, ma lo è [...].
L'uso della pacciamatura aumenta la capacità del suolo di trattenere l'acqua. Ci sono molte situazioni nelle quali l'agricoltore selvaggio può completamente eliminare il bisogno d'irrigare. Ciò significa che il riso e altre colture a forte resa possono essere coltivate in regioni che non si pensavano adatte [...].
Dei suoli danneggiati da abitudini agricole negligenti possono essere effettivamente riabilitate grazie all'agricoltura selvatica. Malattie e insetti sono presenti nei campi e nel frutteto ma le raccolte non sono mai devastate. I danni toccano solo le piante più deboli. M. Fukuoka insiste sul fatto che il miglior controllo delle malattie e degli insetti sia di coltivare raccolte in un ambiente sano. 
Gli alberi da frutto di M. Fukuoka non sono potati bassi e largo per facilitare la raccolta, ma crescono secondo la loro forma particolare. Verdure e erbe sono coltivate su piccole pendenze con una preparazione minima del suolo. A primavera, i semi di bardana, cavolo, radicchio, soia, mostarda, rapa, carota e altre verdure sono mischiati e lanciati per germinare in un luogo a cielo aperto, tra gli alberi, prima di una delle lunghe piogge primaverili. Questo modo di seminare non funzionerà ovviamente dappertutto. Riesce in Giappone per il clima umido con piogge che cadono infallibilmente durante tutto la primavera. La struttura del frutteto di M. Fukuoka è argillosa. Lo strato superficiale è ricco di materia organica friabile che trattiene bene l'acqua. Questo è il risultato della copertura del suolo con le erbacce e trifoglio che non hanno smesso di crescere nel frutteto durante molti anni.
Le erbacce devono essere tagliate quando i germogli delle verdure sono giovani, ma una volta che le verdure si sono insediate, si lasciano crescere con la copertura del suolo naturale. Alcune verdure non sono raccolte, i semi cadono e dopo una o due generazioni trovano le abitudini di crescita dei loro predecessori selvatici dal gusto forte e leggermente amaro. Una gran parte di queste verdure crescono completamente senza cure [...].
Per secoli, i contadini giapponesi hanno mantenuto la materia organica nel suolo praticando la rotazione delle culture, aggiungendo compost e letame e facendo del concime verde. Quando queste pratiche furono trascurate e rimpiazzate dai fertilizzanti chimici ad azione rapida, l'humus si esaurì in una sola generazione. La struttura del suolo si deteriorò; le raccolte si indebolirono e diventarono dipendenti dagli elementi nutritivi chimici. Compensando la riduzione del lavoro animale ed umano, il nuovo sistema minò le riserve di fertilità del suolo.
Negli ultimi quarant'anni M. Fukuoka è stato testimone indignato del graduale deterioramento della terra e della società giapponese [...].
M. Fukuoka crede che dall'agricoltura selvaggia dipenda la salute spirituale dell'individuo. Considera la guarigione della terra e la purificazione dello spirito umano parti di un solo processo e propone un modo di vivere e di coltivare nel quale questo processo possa realizzarsi [...].
Durante l'anno e mezzo nel quale ho lavorato presso M. Fukuoka, sono tornato spesso nella mia fattoria  di Kyoto [...]. A parte il riso e la segale in rotazione tradizionale, coltiviamo anche il grano, grano saraceno, patate, mais e soia col metodo di M. Fukuoka. Per seminare il mais ed altre culture che procedono via solchi che germinano lentamente, facciamo dei buchi nel suolo con un bastone o con un'asta di bambù e buttiamo un seme in ogni buco. Piantiamo tra il mais la soia, con lo stesso metodo o avvolgendo i semi in pallette d'argilla che sono sparpagliate sulla superficie del campo. Poi falciamo la copertura del suolo dalle erbacce e dal trifoglio bianco e copriamo il campo di paglia. Il trifoglio ricresce, ma soltanto dopo che il mais e la soia si sono ben insediati. M. Fukuoka ci ha aiutato con qualche suggerimento, ma abbiamo dovuto aggiustare pian piano il metodo alle nostre diverse culture e alle particolari condizioni locali, correggendo i nostri errori. Sin dall'inizio eravamo consapevoli che sarebbero state necessarie svariate stagioni, sia alla terra che alla mente, per passare all'agricoltura selvatica. La transizione è diventato un processo permanente". (Larry Korn, introduzione).

Guardate questo chicco
"[...] questi campi non sono stati arati da 25 anni. Per piantare, semino semplicemente a spaglio, in autunno, la segale e l'orzo su campi diversi mentre il riso c'è ancora. Qualche settimana più tardi mieto il riso e sparpaglio la paglia di riso sul campo.
La stessa cosa avviene per la semina del riso. I cereali d'inverno saranno tagliati verso il 20 maggio. Semino il riso a spaglio circa due settimane prima sulla segale e l'oro. Dopo la mietitura, sparpaglio la paglia di segale e orzo sul campo [...]. Il trifoglio bianco è stato seminato tra il riso ad inizio ottobre, poco prima della segale e dell'orzo. Non mi devo preoccupare di ripiantare le erbacce perché tanto si risederanno da sole facilmente. Questo è quindi l'ordine delle semine in questo campo: inizio ottobre il trifoglio è gettato a spaglio tra il riso, seguono i cereali d'inverno alla metà del mese.
Ad inizio novembre si miete il riso, poi il riso dell'anno successivo viene seminato e si sparge la paglia sul campo [...]".

Niente di niente
"Generalmente si pensa che non ci sia nulla di più magnifico dell'intelligenza umana, che gli esseri umani siano creature con un valore particolare e che le loro creazioni e realizzazioni così come ci mostra la cultura e la storia, ne siano delle testimonianze meravigliose. Questa è per lo meno la credenza generale. Poiché il mio pensiero la rifiutava, ero incapace di esprimere il mio modo di vedere a chiunque sia [...]."

"In quel momento apparve un airone notturno, lanciò un grido acuto e volò via. Sentii il battito delle sue ali. In un istante tutti i miei dubbi e la lugubre nebbia del mio disordine disparvero. Tutte le mie convinzioni, tutto ciò che generalmente mi tranquillizzava, erano stati spazzati dal vento. [...] Potevo vedere come tutti i concetti ai quali ero stato attaccato, l'idea stessa della vita, erano costruzioni vuote. Il mio spirito diventò leggero e chiaro. Danzavo, folle di gioia. Sentivo cinguettare gli uccellini negli alberi e vedevo le onde scintillare lontano nel sol levante. Le foglie ballavano, verdi e luccicanti. Sentivo come fosse veramente il cielo in terra. Tutto quello che mi aveva posseduto, tutte le angosce disparvero come sogni, illusioni e qualcosa che si può chiamare la "vera natura" si rivelò. Penso di poter dire con certezza che è a partire da quel mattino che la mia vita è completamente cambiata. [...] Ho passato trent'anni, quarant'anni a verificare se mi fossi sbagliato o meno, sempre meditando, ma non ho mai trovato prova contraria alla mia convinzione".

Ritorno alla terra
"Il giorno dopo questa esperienza, il 16 maggio, andai al lavoro e presentai le mie dimissioni [...]. All'epoca mio padre aveva una piantagione di mandarini. Andai a vivere in una baracca sulla montagna e condussi una vita molto semplice, primitiva. [... ] Invece di offrire centinaia di spiegazioni, la pratica di questa filosofia non sarebbe stato il modo migliore [ndt. di dimostrare la mia concezione]? Il mio metodo del "non-agire" per lavorare la terra nacque con questo pensiero. Era il tredicesimo anno del regno dell'attuale imperatore, 1938.
Mi stabilii sulla montagna e andrò tutto bene fin quando mio padre non mi confidò gli alberi ben carichi del frutteto. Aveva già potato le piante "a forma di bicchiere di sakè" per poter facilmente raccoglierne i frutti. Quando li lasciai all'abbandono, il risultato fu che i rami si intrecciarono tra loro, gli insetti attaccarono gli alberi e il frutteto deperì in men che non si dica [...]. 
Avevo agito convinto che si dovesse lasciare ogni cosa seguire il suo corso naturale, ma mi sono accorto che se si applica questo modo di pensare in un colpo solo, le cose non tardano ad andar male. Questo è abbandono, non "agricoltura selvatica". 
Mio padre fu atterrito. Disse che dovevo disciplinarmi, prendere forse un lavoro altrove e tornare quando avessi rimesso la testa apposto. Mio padre era allora sindaco del paese. Era difficile per i membri della comunità inter-relazionarsi con suo figlio eccentrico che non poteva evidentemente accordarsi con il mondo visto che viveva solo nelle montagne [...]. 
Diventai direttore della divisione dell'agricoltura scientifica e le mie ricerche servivano ad aumentare la produttività alimentare in tempo di guerra. Ma a dire il vero, durante otto anni ho riflettuto alla relazione tra agricoltura scientifica e naturale. L'agricoltura chimica che utilizza i risultati del lavoro dell'intelligenza umana era considerata come superiore. La questione sempre presente in me era se l'agricoltura naturale potesse tener testa alla scienza moderna. Quando finì la guerra, sentii la freschezza di un vento di libertà e con un sospiro di sollievo tornai al mio villaggio natale per ricominciare con l'agricoltura".

Verso un'agricoltura del non-agire
"Il modo abituale di sviluppare un metodo è di chiedersi "E se provassi questo o quello?", introducendo una varietà di tecniche una dopo l'altra. Questa è l'agricoltura moderna e il suo solo risultato è di occupare sempre di più l'agricoltore.
Il mio modo era opposto. Aspiravo ad un modo di coltivare che facesse piacere, naturale, che riuscisse a rendere il lavoro più agevole e non più duro: "E se non facessi questo o non facessi quello?" [...].
Arrivai così alla conclusione che non fosse necessario arare, né spargere concimi, né compost, né insetticidi. Quando si arriva a questo stadio, ci sono poche pratiche agricole che sono davvero necessarie.
La ragione che ci fa sembrare le tecniche perfezionate necessarie è che l'equilibrio naturale è stato talmente sconvolto dalle stesse tecniche da rendere la terra dipendente. 
Questo ragionamento non si applica solo all'agricoltura ma anche a altri aspetti della società umana. Medici e medicinali diventano necessari quando le persone creano un ambiente malsano. L'istruzione istituzionale non ha valore intrinseco, ma diventa necessaria quando l'umanità crea una situazione nella quale si deve diventare "istruito" per farvisi strada [...].
Nella misura in cui gli alberi si allontanano dalla loro forma naturale, la potatura e la distruzione degli insetti diventano necessari; nella misura in cui la società umana si distacca da una vita vicina alla natura, l'educazione diventa necessaria. In natura, un'educazione in regola non ha funzione. 
Nell'allevare i figli, molti genitori fanno il mio stesso errore dell'inizio, nel frutteto. Ad esempio, insegnare la musica ai bambini è altrettanto inutile che potare gli alberi del frutteto. L'orecchio di un bambino riceve la musica. Il mormorio di un ruscello, il suono delle rane che rannicchiano vicino ad un fiume, il crepitio delle foglie nella foresta, tutti questi suoni della natura sono musica, vera musica. Ma quando diversi rumori dirompenti penetrano nell'orecchio e lo confondono, la conoscenza della musica diretta e pura del bambino degenera. Se si lascia continuare per questa via, il bambino sarà incapace di sentire il richiamo degli uccelli o il suono del vento come un canto. Per questo l'insegnamento musicale è considerato come benefico per lo sviluppo del bambino. Un bambino allevato ad un orecchio puro e chiaro non sarà forse capace di suonare al violino o al pianoforte delle musiche popolari, ma non credo che questo abbia a che fare con la capacità di sentire la vera musica o di cantare. È quando il cuore è pieno di canto che si può dire che il bambino sia musicalmente dotato [...].
Quando i rami crescono secondo la forma naturale, si distribuiscono alternativamente dal tronco e le foglie ricevono uniformemente la luce del sole. Se questo ordine naturale viene rotto, i rami entrano in conflitto, si dispongono l'uno sull'altro, si mischiano e le foglie deperiscono dove il sole non può penetrare. I danni provocati dagli insetti si sviluppano. I rami nuovi seccano se l'albero non è potato l'anno seguente. 
Gli esseri umani fanno qualcosa di male con le loro manomissioni, non recuperano i danni causati e quando i risultati sfavorevoli si accumulano, lavorano con tutte le loro forze per ripararli. Quando le azioni di rettifica sembrano riuscite, prendono queste misure come fossero splendide realizzazioni. La gente le fa e tifa. È come se un pazzo andasse a rompere le tegole del suo tetto camminandoci sopra pesantemente. Poi, una volta che il soffitto inizia a marcire dopo le piogge, sale sul tetto e svelto svelto ripara il tetto, contento d'aver trovato la soluzione miracolo. 
La stessa cosa avviene con lo studioso. Si immerge nei libri giorno e notte, stancandosi gli occhi e diventando miope, e se gli chiedete su cosa diavolo abbia tanto lavorato tutto questo tempo, scoprite che è per diventare l'inventore degli occhiali che correggono la miopia". 

Ritorno alle origini
"[...] Il mondo avanza nella direzione opposta con un'energia così violenta, da farmi sembrare retrogrado, eppure credo fermamente che il cammino che ho seguito è il più intelligente. 
In questi ultimi anni il limite dello sviluppo scientifico è stato raggiunto, si inizia ad esser preoccupati e il momento è arrivato per rimettersi in discussione. Ciò che era considerato come primitivo e retrogrado viene di punto in bianco percepito come precursore della scienza moderna [...].
Mille anni fa, in Giappone, si praticava l'agricoltura senza arare e la coltura della terra a lievi profondità non è stata introdotta prima dell'era Tokugawa, tra i 300 e i 400 anni fa. L'aratura profonda è stata introdotta in Giappone con l'agricoltura occidentale [...].
Coltivare cereali in un campo non arato può sembrare a priori un regresso verso l'agricoltura primitiva ma con gli anni questo metodo si è rivelato nei laboratori universitari e i centri di ricerca agricola del paese, come il più semplice, efficace e moderno di tutti.
Rinnegando la scienza moderna, questo modo di lavorare la terra è oggi in primo piano nello sviluppo dell'agricoltura moderna [...].
In generale, le persone si interessano a questa forma di agricoltura unicamente per sapere se sia un passo in avanti o un ritorno alla vita passata. Pochi sono in grado di capire che l'agricoltura selvatica è un centro immutabile e invariabile della vita agricola.
Più ci si separa dalla natura, più ci si allontana da questo centro. Allo stesso tempo una forza centripeta rivendica i suoi diritti e il desiderio di tornare alla natura cresce [...].
Si attraversa, senza vedere il punto immutabile della nostra origine che si trova fuori dal regno della relatività. Credo che pure gli atti di "ritorno-alla-natura" e anti-inquinamento, per quanto raccomandabili, non portano ad una vera soluzione, originaria, se sono solo spinti da una reazione al sovra-sviluppo di oggi. 
La natura non cambia, sebbene il modo di considerarla cambino invariabilmente da un'epoca all'altra. Indipendentemente dall'epoca, l'agricoltura selvatica esiste per sempre come origine dell'agricoltura". 

Un motivo che ha impedito all'agricoltura selvatica di diffondersi
"[...]Dei sedicenti esperti commentano spesso: "l'idea è buona, ma non sarebbe meglio se mietessimo con le macchine?" o "la resa non sarebbe superiore se usassimo fertilizzanti o pesticidi in certi casi o certi momenti?". C'è sempre chi cerca di mischiare agricoltura selvatica e scientifica, fallendo in questo modo, completamente, l'obiettivo. L'agricoltore che accetta il compromesso non può più criticare la scienza sui principi. 
L'agricoltura selvatica è dolce e facile e richiede un ritorno all'origine dell'agricoltura. Un solo passo che si discosta dall'origine, non può essere nient'altro che un passo che si smarrisce".

L'umanità non conosce la natura
"In seguito ho pensato che avrei raggiunto il mio scopo se scienziati, politici, artisti, filosofi, religiosi e tutti coloro che lavorano nei campi si fossero ritrovati qui, contemplando questi campi e parlandone insieme. Credo che dovrebbe accadere qualcosa del genere affinché si superino gli orizzonti delle loro specializzazioni.
Gli scienziati pensano di poter capire la natura. È la loro posizione. Poiché son convinti di poter capire la natura, gli affidiamo il suo studio e la sua gestione. Ma penso che la comprensione della natura superi la portata dell'intelligenza umana [...].
Un oggetto visto isolato dal tutto, non è il vero essere [...].
Degli specialisti di ambiti diversi si riuniscono e osservano un gambo di riso. Lo specialista delle malattie causate dagli insetti vede solo i danni causati dagli insetti, lo specialista della nutrizione delle piante prende solo il considerazione il loro vigore. È inevitabile nello stato attuale delle cose [...]. La ricerca specializzata non è in grado di capire il ruolo di un determinato predatore in un periodo preciso nella complessità delle relazioni tra gli insetti. Ci sono stagioni in cui la popolazione di cicadelle (leaf-holders) è debole perché ci sono molti ragni. Altri momenti in cui piove molto e le rane fanno sparire i ragni o in cui piove così poco che né le cicadelle né le rane appaiono. 
I metodi di controllo degli insetti che ignorano le relazioni tra gli insetti sono del tutto inutili. La ricerca sui ragni e cicadelle deve considerare anche quella tra ragni e rane. Quando le cose sono arrivate a questo punto, un professore - specialista di rane - diventa quindi necessario. Esperti di ragni e di cicadelle, esperti di riso e di irrigazione devono unirsi al gruppo. Ci sono inoltre quattro o cinque diverse specie di ragni in questi campi. Mi ricordo che qualche anno fa, al mattino presto, qualcuno è entrato precipitosamente in casa per chiedermi se avevo coperto i campi di reti di seta o qualcosa del genere. Non capivo di cosa parlasse e sono uscito per dare un'occhiata. 
Avevamo appena mietuto il riso e nel tempo di una notte la stoppia del riso e l'erba che ci cresceva si erano coperte interamente di ragnatele come seta. Ondulanti e scintillanti con la nebbia mattutina, era uno scorcio superbo. 
Il prodigio, quando ciò accade, ed è raro, è che dura un giorno o due. Se ci si avvicina, si vedono diverse ragnatele per centimetro quadrato. Sono così fitte sul campo che non c'è quasi più spazio tra loro. Su un'ara, devono esserci non so quante migliaia, quanti milioni. Se tornate due o tre giorni dopo, vi accorgete che fili di vari metri di lunghezza si sono rotti e ondulano al vento con cinque o sei ragnatele attaccate l'un l'altra. È come quando la peluria dei denti di leone o i semi delle pigne sono portati via dal vento. I giovani ragni si attaccano ai fili e sono mandate a navigare nel cielo.
Lo spettacolo è un dramma naturale stupefacente. Vedendo questo spettacolo si capisce che anche i poeti e gli artisti dovrebbero unirsi al gruppo [...].
Applicare un insetticida non causa solo l'eliminazione le cicadelle con i loro predatori naturali, ma influisce in una quantità di altri drammi capitali della natura.
Non si è ancora capito il fenomeno di queste grandi colonie di ragni che appaiono nei campi di riso in autunno e, come artisti dell'evasione, spariscono nella notte. Nessuno sa da dove vengano, come passano l'inverno né dove vadano quando spariscono. 
Ed è per questo che l'uso dei prodotti chimici non è solo un problema per l'entomologo. I filosofi, i religiosi, gli artisti e i poeti devono poter aiutare a decidere se sia ammissibile l'uso di prodotti chimici in agricoltura e quali possono essere le conseguenze dell'uso di fertilizzanti, anche organici [...].
L'ironia è che la scienza ad altro non è servita che ad evidenziare quanto la conoscenza umana sia piccola".

Capitolo II.
Quattro principi dell'agricoltura selvatica.

"Il primo è NON COLTIVARE, ossia non arare o capovolgere la terra. Durante i secoli gli agricoltori hanno dato per scontato che l'aratro fosse essenziale per generare raccolte. Nonostante ciò, non coltivare è il fondamento dell'agricoltura selvatica. La terra si coltiva da sola, in modo naturale, attraverso la penetrazione delle radici delle piante e l'attività dei microorganismi, degli animaletti e dei lombrichi.

Il secondo è NIENTE FERTILIZZANTI CHIMICI O COMPOST PREPARATO (*Per fertilizzare M. Fukuoka fa crescere una leguminosa a copertura del suolo, il trifoglio bianco, rimette la paglia battuta sui campi e aggiunge un po' di letame avicolo). Gli esseri umani brutalizzano la natura e malgrado i loro sforzi non sono in grado di guarire le ferite che causano. Le loro pratiche agricole noncuranti vuotano il suolo degli alimenti essenziali e l'esaurimento annuale della terra ne è la conseguenza. Lasciato a lui stesso, il suolo mantiene naturalmente la sua fertilità, in accordo con il ciclo ordinato della vita delle piante e degli animali. 

Il terzo è NON DISERBARE, né con l'erpice, né coi diserbanti. Le erbacce svolgono il loro ruolo nella costituzione della fertilità del suolo e nell'equilibrio della comunità biologica. È un principio fondamentale che le erbacce dovrebbero essere controllate, non eliminate. 

Il quarto è NESSUNA DIPENDENZA DA PRODOTTI CHIMICI. Dai tempi in cui le piante deboli si sono sviluppate, conseguenza di pratiche contro natura come l'aratura e la fertilizzazione, la malattia e lo squilibrio degli insetti sono diventati un grande problema in agricoltura. La natura, lasciata sola, è in perfetto equilibrio. Gli insetti nocivi e le malattie delle piante sono sempre presenti, ma non raggiungono in natura un'importanza tale da necessitare i veleni chimici. L'approccio intelligente del controllo delle malattie e degli insetti vuole che si facciano crescere raccolte vigorose in un ambiente sano".

Fertilizzanti
“[…] Se la natura è lasciata a se stessa la fertilità aumenta. I resti organici animali e vegetali si accumulano e sono decomposti dai batteri e funghi alla superficie del suolo. Con lo scorrere dell’acqua di pioggia, le sostanze nutritive sono trasportate nelle profondità del suolo per diventare cibo per microorganismi, lombrichi e altri piccoli animali. Le radici delle piante raggiungono gli strati più profondi del suolo portando le sostanze nutritive in superficie. 
[…] Abbattete la copertura naturale delle foreste e piantate pini rossi del Giappone o cedri e nel giro di qualche generazione il suolo si impoverirà aprendosi all’erosione. D’altra parte, prendete una montagna improduttiva e piantatevi dei pini o dei cedri con una copertura al suolo di trifogli e erba medica. Poiché il concime verde (*le culture di copertura del suolo come il trifoglio, veccia e erba medica che stabilizzano e nutrono il suolo) alleggerisce e arricchisce il suolo, le erbacce e i cespugli spuntano sotto gli alberi e il ciclo fertile di rigenerazione inizia. Ci sono casi in cui il suolo si è arricchito di 10 cm di profondità in meno di 10 anni.
Anche per le raccolte possiamo smettere di usare fertilizzanti preparati. Nella maggior parte dei casi una copertura permanente di concime verde, paglia e balle sul suolo saranno sufficienti. Per fornire concime animale che aiuta a decomporre la paglia, avevo l’abitudine di lasciare le anatre in libertà sui campi. Se le si lasciano andar per campi quando sono ancora anatroccoli sul campo dove le piante sono ancora piccole, le anatre cresceranno assieme al riso. Dieci anatre provvederanno a fornire sufficiente letame per un’ara e aiuteranno anche a controllare le erbacce.
[…] Ora uso un po’ di letame di gallina per aiutare a decomporre la paglia. Su altri terreni, anatre o altri piccoli capi di bestiame sono anche possibili. 

L’aggiunta di troppo concime può causare problemi […]. Potete ottenere alte rese senza aggiungere né compost, né acquistare fertilizzanti, solo usando la paglia, concime verde e un po’ di letame di volatili. Da svariate decine di anni ormai, resto tranquillo ad osservare come la natura lavora per far crescere e fertilizzare e solo osservando, ho fatto magnifiche raccolte di verdure, agrumi, riso e cereali invernali: un regalo, per così dire, della fertilità naturale del terreno”.

VENIRE A CAPO DELLA QUESTIONE “ERBACCE”
Ecco alcuni punti chiave da tenere a mente nel modo di comportarsi con le erbacce. 
Appena si smette di coltivare, la quantità di erbacce diminuisce nettamente. Anche la varietà delle erbacce in un campo si modifica.
Se si semina quando la mietitura precedente sta ancora maturando, queste sementi germoglieranno prima delle erbacce. Le erbacce invernali non cresceranno che dopo la mietitura del riso ma a quel punto i cereali invernali hanno già preso un vantaggio. Le erbacce estive cresceranno dopo la mietitura dell’orzo e dell’avena, ma il riso sta già crescendo con vigore. Calcolando la semina in modo che non ci siano intervalli tra la successione delle culture, si dà un sostanzioso vantaggio ai semi sulle erbacce. 
Se si copre internamente il campo di paglia subito dopo la mietitura, si dà un momentaneo taglio netto alla germinazione delle erbacce. Il trifoglio bianco seminato con le sementi, a coprire il suolo, aiuta anch’esso a tenere le erbacce sotto controllo.
La via d’azione abituale contro le erbacce è quella di coltivare il suolo, ma quando lo fate, i semi che sono sprofondati nel suolo e che non avrebbero mai germogliato, sono riportati in superficie e date loro così una possibilità di germogliare. In questo modo avvantaggiate tra l’altro le varietà a germinazione e crescita rapide. Si può così affermare che l’agricoltore che cerca di controllare le erbacce coltivando la terra, semina letteralmente la sua propria disgrazia”.

Controllo delle “malattie”
Bisogna dire che ci sono ancora persone che pensano che non utilizzando prodotti chimici, i loro frutteti e campi di cereali deperiranno sotto i loro occhi. In realtà è proprio utilizzandoli che esse preparano a loro insaputa le condizioni affinché questa paura diventi fondata."

L’Agricoltura tra le erbacce

[…] “*Si seminano circa 5kg di trifoglio bianco per ettaro, tra i trenta e i sessanta chili di cereali invernali. Per gli agricoltori non esperti o in terreni a suolo dire o povero, è meglio seminare in modo più fitto all’inizio. Con il migliorare della qualità del suolo grazie alla paglia decomposta e concime verde, e la maggiore familiarità dell’agricoltore con questo metodo, si potranno allora ridurre la semina diretta senza coltura e la quantità si sementi”.

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Tecniche e principi che condivido oggi. Articoli e riflessioni

LESS IS MORE e la semplicità volontaria

NO ALL'ARATURA PROFONDA

Testo ufficiale della misura 10.1.4 così come si legge nel PSR della Regione Emilia-Romagna:
Il contenuto di sostanza organica del suolo è il principale indicatore di qualità del suolo e la sostanza organica influenza la produzione, la regolazione del clima e la disponibilità idrica. La conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo rappresenta il fattore decisivo per la mitigazione dei cambiamenti climatici considerato che il suolo è il principale serbatoio di carbonio degli ecosistemi.
Le lavorazioni, in particolare quelle che determinano il rivoltamento degli strati di terreno come l’aratura, espongono la porzione sottosuperficiale del suolo agli agenti atmosferici favorendo la mineralizzazione della sostanza organica. Al contrario i suoli dell’Emilia Romagna, se opportunamente gestiti, hanno la possibilità di sequestrare in media fino a 14 t/ha di sostanza organica, riducendo così il carbonio emesso in atmosfera e contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Il declino in atto della zootecnia determina un forte squilibrio nel bilancio della sostanza organica, per cui le aziende a indirizzo vegetale non sono in grado di reintegrare la materia organica consumata mediante le normali pratiche agricole.
L’agricoltura conservativa è una tecnica produttiva, già diffusa in alcune aree, di cui è scientificamente comprovata l’efficacia nel preservare il contenuto di sostanza organica del suolo, fino a poterne invertire la tendenza degradativa.
La riduzione o l’eliminazione delle lavorazioni e il mantenimento della copertura del terreno possono essere molto utili anche nelle aree acclivi della fascia collinare. In questi territori l’agricoltura conservativa è in grado di determinare una riduzione sino all’80% della perdita del suolo per erosione idrica superficiale.
Sempre a proposito della misura 10.1, nel PSR della Regione Veneto: 
Le tecniche di non lavorazione (no tillage – NT) preservano e migliorano la risorsa suolo aumentando la quantità di acqua che si infiltra nel terreno, favorendo il sequestro di carbonio organico e contrastando l’erosione. Un importante vantaggio della non lavorazione è il miglioramento della fertilità biologica, elemento che rende i terreni più resilienti ai fenomeni di cambiamento climatico.
Anche la minima lavorazione (minimum tillage – MT) mira a salvaguardare la struttura del terreno e a tutelare una maggiore stabilità fisico-chimica-biologica e strutturale, maggiore umificazione e porosità interstiziale funzionale al propagarsi delle radici, alla vita dei microrganismi nonché ai movimenti dell’acqua dei gas e del calore necessari alla vita delle piante.

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Consociazioni
Basilico, pomodori, vite.
Mais, fagiolo, zucca (le tre sorelle).
Pomodoro, insalata e fiordaliso (?? in francese è "bleuets") - contro le lumache.


Fonte https://selvatici.files.wordpress.com/2008/10/consociazione.pdf:

Cipolla e carota
Il pregio di questa consociazione è la difesa naturale dagli insetti nocivi. Le due specie si seminano a file alterne, ad una distanza di 20 cm circa, oppure la cipolla va seminata ai bordi del campo e la carota al centro.
Porro e carota
E' consigliata per le carote tardive e comporta gli stessi effetti descritti nell'esempio precedente. Stesso dicasi per le modalità di impianto.
Patata primaticcia e spinacio
Si tratta di una consociazione favorevole a causa dell’effetto stimolante che gli essudati radicali dello spinacio esercitano nei confronti della patata.
Al centro del campo e sui bordi esterni verranno seminate le piante dello spinacio mentre nella restante parte quelle delle patata.

Fagiolo rampicante/pisello e lattuga
Al centro del campo si pianta la leguminosa mentre ai bordi la lattuga. Non conviene piantare a file alterne in quanto si rischierebbe di sottrarre eccessiva luce alle piante di lattuga. Il vantaggio di questa consociazione è dato dall’azoto fornito al terreno. Questo tipo di consociazione può essere preceduta da quella con spinacio e ravanello.
Cavolo cappuccio, lattuga e fagiolo nano
Sui lati esterni vengono seminate alcune file di fagiolino nano. Al centro si pianta il cavolo cappuccio a file distanti 60 cm. Nel restante spazio si trapianta la lattuga a file distanti 25 cm.
Cipolla e lattuga invernale
La cipolla riesce a crescere in maniera ottimale in presenza di lattuga. Per questa consociazione basta impiantare le due colture a file alterne.
Ravanello e carota
Si ottiene il vantaggio di utilizzare due differenti strati di terreno. Le colture vanno seminate a file distanti circa 3035 cm. Alcune piante file di ravanello possono essere sostituite con file di lattuga.
Varie consociazioni con spinacio
Con lo spinacio è possibile effettuare varie consociazioni. Va seminato in primavera, a file distanti 40 cm e lasciando l’interfila libera per impiantare la patata, il pomodoro o il ravanello. Quando la crescita dello spinacio rischia di ombreggiare eccessivamente le altre piante, questo verrà tagliato e lasciato sul terreno come strato pacciamante, utile soprattutto alla riduzione dell’evaporazione dell’acqua e, successivamente, per arricchire il terreno di sostanza organica. Le piante, recise a 23 cm di profondità, non potranno più emettere foglie e le radici rimaste, tenere e di facile decomposizione, andranno ad arricchire il terreno di sostanza organica. Tale modello può essere riproposto anche l'anno successivo seminando lo spinacio nelle file in cui l’anno precedente erano stati piantati altri ortaggi. 

► Abrotano Migliora il gusto e lo sviluppo del cavolo. Allontana la farfalla cavolaia.
► Achillea Come bordura, sui sentieri e vicino alle erbe aromatiche delle quali aumenta la produzione di oli essenziali.
► Aglio Contribuisce alla crescita e alla salute di rose e lamponi.
► Achillea Si accompagna al cavolo, non ama le carote.
► Assenzio Come bordura tiene lontani gli animali dall'orto, ma la sua vicinanza non fa bene a nessuna pianta: da tenere quindi alla giusta distanza. 
 Basilico migliora gusto e sviluppo dei pomodori. Respinge mosche e zanzare. Tenere lontano dalla ruta.
 Camomilla Ottima la consociazione con cavoli e cipolle: ne migliora il gusto e lo sviluppo.
 Cerfoglio Consociabile ai ravanelli: ne migliora lo sviluppo e il sapore.
 Cumino Ammorbidisce il terreno. Da seminare qua e là nell'orto.
 Dragoncello Utile in tutto l'orto.
 Erba cipollina Consociabile alle carote: ne migliora il gusto e lo sviluppo.
 Finocchio selvatico Tenere lontano dall'orto. La maggior parte delle piante non ne apprezza la vicinanza.
 Issopo Tiene lontana la farfalla cavolaia. Si associa ai cavoli e alla vite. Non ama i ravanelli. 
 Lamio bianco Consociabile con le patate, dalle quali tiene lontani gli insetti.
 Levistico Seminare qua e là nell'orto. Migliora il gusto e la robustezza delle piante.
 Lino Consociato alle carote e alle patate ne migliora il gusto e lo sviluppo. Tiene lontane le dorifere dalle patate.
 Maggiorana Migliora il profumo delle piante.
 Melissa Migliora il sapore e lo sviluppo dei pomodori.
 Menta Migliora il gusto e lo sviluppo di cavoli e pomodori. Tiene lontana la farfalla cavolaia.
 Mentuccia Tiene lontana l'altica.
 Nasturtium E' molto utile ai ravanelli, ai cavoli e a tutte le cucurbitacee. seminato sotto gli alberi da frutto tiene lontani gli afidi e altri insetti.
 Petunia Protegge i fagioli dagli insetti.
 Portulaca Può essere usata per tenere il terreno coperto sotto il granturco.

 Rafano Seminato negli anfoli delle aiuole delle patate tiene lontani gli insetti. 
 Rosmarino Consociabile con cavoli, fagioli, carote e salvia. Tiene lontane la cavolaia,la mosca delle carote e l'epilachna.
 Ruta Seminata vicino a rose e lamponi li protegge dagli insetti. Odia il basilico. 
 Salvia Consociabile con rosmarino, cavoli e carote ma non con i cetrioli.
 Santerella Migliora il gusto di fagioli e cipolle.
 Tagete E' una delle piante più attive nella lotta agli insetti.
 Tanaceto Seminato con rose, lamponi, sotto gli alberi da frutto, tiene lontano gli insetti volanti. 
 Timo Il suo odore tiene lontano la cavolaia.
 Valeriana Va bene ovunque nell'orto.



Profondità apparato radicale
Superficiale (< 60 cm)
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Medio (60 – 120 cm)
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Profondo (> 120 cm)
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cavolfiore, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cipolla, fragola, lattuga, patata, ravanello, spinacio
bietola da costa, fagiolo, carota, cetriolo, melanzana, pisello, peperone, zucchino
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asparago, carciofo, cocomero, melone, pomodoro, zucca
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Consumo di azoto
elevato
medio
basso
cavolfiore, cipolla invernale, bietola, melanzana, patata, peperone, pomodoro, porro, sedano, sedano rapa, zucca,
aglio, cicoria, carota, cipolla estiva, finocchio, lattuga, melone, zucchina, rapa, ravanello, spinacio
fagiolo, fagiolino, fava, erbe aromatiche


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fonte: http://www.arte.tv/magazine/futuremag/fr/tuto-des-makers-la-recette-de-linsecticide-biologique-futuremag:

Ingredienti: una pentola, un cucchiaio di legno,
250 gr di peperoncini forti
(sostituibili con foglie di Neem o papaia)
1 pezzetto di sapone di Marsiglia
250 cl di acqua
Tappa 1: mettete a bollire acqua e peperoncini in una pentola, continuando a mescolare per
30 minuti, così da liberare i principi attivi
Tappa2: Una volta mischiati bene acqua e peperoncino, lasciate riposare 5 minuti.
Tappa3: aggiungere del sapone di Marsiglia al vostro preparato e mischiate
ancora energicamente per 10 minuti!
Lasciar riposare. Ed ecco pronto il vostro repellente
ecologico per affrontare gli insetti!
Vi resta solo da polverizzarlo laddove ne avrete bisogno!



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                                            Repertorio    

Fiore di giglio

asparago
? (tatarann')
canna
?
Rosmarino
Melograno
Eucaliptus
Vigna


origano
fichi d'India
fico
lentisco

macchia mediterranea (lentisco?)
bacche di lentisco
?

mandorle
Cicoriella selvatica
("Identificazione
E' una pianta perenne i cui fiori, di un bel colore celeste puro, riuniti in bellissimi capolini, si schiudono al mattino verso le sei e si richiudono il pomeriggio.Le foglie sono caratteristiche di tutte le cicorie: dentellate e poco pelose."). Fa bene al fegato- Indicatrice di presenza di calce e/o argilla?.

Giglio
Ruta (contro mal di pancia)

Pianta di giglio

mantide religiosa
Ligustro?
 (foto da internet).  La sua presenza è limitata a siepi assolate e boschi luminosi
in terreni tendenzialmente calcarei. 
Tutte le parti della pianta sono leggermente velenose a causa della presenza di tannini e resine. L'ingestione di un massimo di cinque bacche è normalmente tollerata, 
senza problemi. Il consumo di quantità maggiori può provocare nausea, vomito e diarrea.

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